Destini borderline e annodamenti comunitari: significato e uso del gruppo parola
Capitolo Libro - Quale omogeneità nei gruppi?, 2013
Nelle pagine che seguono intendo approfondire le questioni legate al gruppo, al campo istituzionale e alla psicopatologia dei pazienti della comunità. In particolare cercherò di illustrare in che modo l’appuntamento settimanale del gruppo parola possa svolgere la funzione di un contenitore in grado di assemblare i contenuti che aleggiano nell’atmosfera della comunità. Entra in gioco un fondamentale processo di elaborazione, senza il quale la comunità farebbe fatica a costituirsi come luogo terapeutico. È una questione che diventa ancor più evidente se consideriamo la specifica configurazione psicopatologica che sostiene i problemi dell’alcolismo e della tossicodipendenza. Nel titolo indico appunto il riferimento all’area borderline per sottolineare il funzionamento “classico” del tossicomane. In una comunità la sfida terapeutica consiste innanzitutto nell’evitare la cronicizzazione di un funzionamento che al suo esordio rappresentava la risposta a un trauma, ma che nel tempo è diventato una modalità organizzatrice dell’identità del soggetto. La cura inizia allora quando si riesce a far emergere una possibile discrepanza tra il soggetto e la maschera identitaria che lo rappresenta a se stesso e agli altri. È questo il modo iniziale in cui si presenta, perlomeno nella nostra comunità, la questione dell’omogeneità promossa dal sintomo tossicomanico.