L’esercizio semiotico che Freud inaugura con l'Interpretazione dei sogni risulta pertinente per cogliere la verità del desiderio inconscio che è stato precedentemente rimosso.
La sintassi che tiene insieme gli elementi di una teoria scientifica si fonda su un momento inaugurale che istituisce una prima sintassi, quella che tiene insieme le parole e le cose.
Nel suo lavoro clinico e scientifico Marsha Linehan cerca di tradurre in passi comportamentali concreti quanto apprende attraverso la sua ricerca spirituale.
In una cura psicoanalitica l’attenzione clinica va rivolta al testo del paziente.
Nella clinica dell’anoressia osserviamo un’immobilizzazione del soggetto che sembra realizzarsi attraverso un’esistenza mascherata.
Il momento dell’insight non esaurisce la complessità del processo creativo, sebbene venga spesso considerato come l’aspetto più rappresentativo della creatività.
La specificità psicopatologica della clinica borderline ci mostra il mondo delle narrazioni in statu detraendi.
Diversi psicoanalisti hanno già incontrato il nome e i libri di Duccio Demetrio, alcuni lo hanno conosciuto anche di persona.
Per chi sta nella condizione di esilio, solo la contingenza è credibile. Nella contingenza si fa esperienza del Reale e solo a partire da questa esperienza la vita può anche avere senso.
Leggere un libro di Duccio Demetrio vuol dire farsi accompagnare nell’esperienza dell’inconscio.
L’alleanza terapeutica e la direzione della cura richiedono una riflessione preliminare sulla costruzione del caso clinico.
Nel trattamento del borderline la mindfulness permette al soggetto di sintonizzarsi e regolare l’eccesso dello sciame emotivo.
Bisogna praticare la curiosità e l’attenzione per guardare sé stessi e il mondo in modo nuovo.
Sunset Limited è un libro di Cormac McCarthy che prende spunto dal vissuto depressivo e dal tentativo di suicidio di uno dei due protagonisti.
Nel libro Vitam instituere. Genealogia dell’istituzione Roberto Esposito ci fa entrare, secondo una prospettiva filosofica, nel vivo di quella pulsazione inconscia che anima tanto i processi di cura quanto le dinamiche gruppali del lavoro in istituzione.
La forclusione del Nome del Padre è il meccanismo psicopatologico che spiega il mancato accesso del soggetto psicotico a una significazione condivisa. Nell'insegnamento di Lacan la forclusione del Nome del Padre indica un'alterazione del rapporto tra il soggetto e il linguaggio.
Nel disturbo borderline di personalità il soggetto si trova sospeso tra l'incapacità a dare significato alle intenzioni dell'Altro e l'impossibilità a mettersi in gioco autenticamente in un progetto esistentivo.
Come ci insegnano Di Petta e Tittarelli, la zona di scambio che ci permette di comprendere il passaggio dall’esperienza tossicomanica all’esperienza psicotica è costituita dall’esperienza dello stato crepuscolare della coscienza.
La prospettiva terapeutica che viene proposta da Di Petta e Tittarelli può essere sintetizzata da una citazione: “la vita si accosta solo con la vita” (Le psicosi sintetiche, 2016, p. 35).
Un’altra annotazione sul contributo della psicopatologia fenomenologica italiana alle psicosi indotte da sostanze riguarda la metodologia della ricerca che è stata seguita per isolare e trasmettere le caratteristiche essenziali delle psicosi sintetiche.
Nel loro percorso clinico e di ricerca Gilberto Di Petta e Danilo Tittarelli hanno saputo trovare spunto e sostegno nei lavori di alcuni dei più originali esponenti della psicopatologia fenomenologica italiana. Per tale ragione hanno scelto di dischiudere le porte di un mondo culturale e clinico che attraversa la storia del Novecento.
Nella mia pratica professionale individuo la necessità crescente di un sapere che sappia farsi carne, che sappia diventare rilevante nell’operatività clinica senza perdere tuttavia spessore teorico e rigore scientifico. Il filo conduttore è costituito dalla necessità di garantire “a ciascuno la sua relazione”. Questa formula è valida sia per i terapeuti che per i pazienti.
Perché si scrive? La domanda così formulata mette subito in risalto la questione del soggetto coinvolto nella scrittura. Se facciamo attenzione alla particella si del “si scrive” siamo condotti di fronte a un secondo interrogativo racchiuso nel primo: chi o cosa si scrive?
Da punto di vista clinico il piano dell’agire sembra discostarsi radicalmente dal piano del dire, che invece viene privilegiato da tutti gli approcci terapeutici che puntano sulla dimensione trasformativa della parola.
Esistono delle persone cattive che godono nel fare il male agli altri.
Le persone cattive sono persone per cui non possiamo neanche scomodare una diagnosi psicopatologica di psicosi perché la cattiveria delle persone cattive non rientra nella risposta paranoica alla presunta persecuzione dell’Altro.
Quando scriviamo un caso clinico dobbiamo tenere insieme lo stile soggettivo con cui abitiamo il buco dell’Altro e il modo in cui seguiamo le mappe dell’Altro. Ci sono dei criteri generali che ci permettono di considerare la corrispondenza tra la nostra sequenza argomentativa e alcuni vincoli inerenti l’argomentazione scientifica.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.