Esilio e contingenza
Per chi sta nella condizione di esilio, solo la contingenza è credibile. Nella contingenza si fa esperienza del Reale e solo a partire da questa esperienza la vita può anche avere senso.
Vibrazione
Quindi, nel momento in cui si sta nella condizione di esilio si è destinati a privilegiare la contingenza. Ogni dimensione istituita la si vede solo come uno strumento di protezione, di cura, di mantenimento della dimensione istituente.
I legami istituzionali hanno senso solo se sono a servizio e custodiscono la vibrazione della vita.
Incontro
Anche le relazioni d’amore, così come le amicizie e i legami associativi, funzionano quando i dispositivi simbolici e istituzionali sono finalizzati a custodire la contingenza dell’incontro.
Se invece i dispositivi istituzionali vengono utilizzati come meccanismi di difesa dalla contingenza, allora si manifestano dei sintomi che testimoniano il ritorno di ciò che è stato rimosso o rigettato dalla propria vita.
È molto importante vivere a partire dall’esilio. E la questione di ciascuno riguarda lo stile e la flessibilità con cui vivere affinché l’esilio possa annodarsi alla contingenza dell’incontro.
Trauma
La contingenza è un intervallo che interrompe la ripetizione di una dimensione discorsiva già istituita. La contingenza mostra la giunzione temporale tra la continuità e la discontinuità del Sé.
Non bisogna però idealizzare la contingenza. Se prima non c’è la ripetizione di una trama, la contingenza è solo un trauma senza incontro.
L’esperienza clinica del borderline mostra che se non si vive la sensazione della stabilità, allora non ci può essere apertura simbolica alla contingenza dell’incontro.
La storia dei borderline è una vita disorganizzata, una vita disperata fatta di continui agiti.
È importante allora distinguere il trauma prima dell’instaurazione del discorso e la contingenza in quanto effetto sorprendente del discorso. Il C’è dell’Uno prima del discorso non è la contingenza dell’incontro, è solo trauma, un trauma senza incontro.
Necessità
La contingenza è un tempo diverso dalla necessità che caratterizza la ripetizione nevrotica. Se la contingenza rende viva la necessità, la necessità dà stabilità affinché possa esserci esperienza della contingenza.
Nella posizione dell’esiliato il soggetto non si fa abbindolare da nessuna necessità. È in questo frangente che si fa presente (o si dissolve) il bordo tra un soggetto esiliato e un soggetto perduto, come può essere il soggetto melanconico.
Per qualche spunto in più si veda questo video su psicoanalisi, scrittura e autobiografia:
Per approfondire, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a: