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Non esiste il rapporto sessuale e riconoscimento in amore

Il "non esiste rapporto sessuale" e il riconoscimento in amore

Nell'ultima lezione del Seminario XX Lacan afferma “che il sapere, che struttura con una coabitazione specifica l’essere che parla, ha un grandissimo rapporto con l’amore. Ogni amore si sostiene con un certo rapporto tra due saperi inconsci”.

 

Il rapporto tra due saperi inconsci

Lacan riprende anche la questione del transfert e sottolinea che il soggetto supposto sapere si presenta come “un’applicazione particolare, specifica, di quello che è un dato di esperienza”. E poi richiama quanto aveva enunciato a proposito della scelta d’amore sottolineando che, in sostanza, aveva parlato del riconoscimento, “del riconoscimento – a partire da segni sempre punteggiati enigmaticamente – del modo in cui l’essere è affetto in quanto soggetto del sapere inconscio”.

Lacan continua dicendo che non c’è rapporto sessuale perché il godimento dell’Altro se viene preso come corpo è sempre inadeguato. Da un lato risulta perverso in quanto l’Altro viene ridotto all’oggetto a e dall’altro lato invece si può dire addirittura che sia folle o enigmatico.

Secondo Lacan l’amore viene messo a confronto con questa impasse, con questa impossibilità da cui scaturisce l’esperienza di un Reale non addomesticabile attraverso il godimento fallico o i miraggi del fantasma. “Del partner – dice Lacan – l’amore può realizzare solo quello che con una qualche poesia, per farmi intendere, ho chiamato il coraggio di fronte a questo destino fatale”. E si chiede: “Ma si tratta proprio di coraggio, oppure dei percorsi del riconoscimento?”. Lacan sostiene che “questo riconoscimento non è altro che il modo in cui il cosiddetto rapporto sessuale – diventato qui rapporto da soggetto a soggetto, soggetto in quanto non è altro che l’effetto del sapere inconscio – cessa di non scriversi”.

 

Cessa di non scriversi

Dopo questi passaggi Lacan riprende la sua altitudine logica e precisa che cessare di non scriversi non è una formula che prende a casaccio, si tratta infatti della contingenza, mentre ciò che è necessario viene indicato come ciò che non cessa di scriversi. Il necessario non è il Reale, che invece può essere definito come ciò che non cessa di non scriversi.

  • Necessario → non cessa di scriversi
  • Impossibile → non cessa di non scriversi
  • Contingente → cessa di non scriversi

Poi c’è un breve passaggio che è molto prezioso perché Lacan dice che “lo spostamento della negazione ci pone la questione di che cosa la negazione diventi quando prende il posto di un’inesistenza”. Lacan ricorda infatti che ha definito il rapporto sessuale come ciò che non cessa di non scriversi per sottolineare l’impossibilità dell’esistenza del rapporto sessuale.

Lacan dice che è vero che niente può dire il rapporto sessuale, però riflette sulle implicazioni insite nel dire che non c’è esistenza del rapporto sessuale, infatti bisognerebbe interrogarsi – osserva Lacan – su cosa voglia dire negare l’esistenza del rapporto sessuale. Perché introdurre la negazione nel luogo di un’inesistenza? Lacan si chiede se è “legittimo sostituire una negazione all’apprensione provata dell’inesistenza”. E aggiunge che forse la parola interdizione a questo proposito sarebbe più lecita. Non sviluppa ulteriormente questi pensieri e lascia in sospeso questa questione che è estremamente importante.

Lacan prosegue centrando nuovamente l’attenzione sulla contingenza, che – ribadisce – “l’ho incarnata nel cessa di non scriversi”. In questo cessa di non scriversi Lacan colloca la dimensione dell’incontro: si tratta dell’“incontro nel partner dei sintomi, degli affetti, di tutto ciò che in ciascuno indica la traccia del suo esilio, non come soggetto ma come parlante, del suo esilio dal rapporto sessuale”.

Potremmo dire che in questo incontro che avviene nella contingenza non è in gioco il soggetto in quanto eccezione al tutto, ma l’essere parlante che si trova in una coabitazione specifica con il non-tutto.

Lacan aggiunge ancora che tramite l’affetto che deriva da questa faglia beante, cioè da questo punto di impossibilità, si incontra qualcosa che, sebbene possa variare infinitamente a livello del sapere, dura per un istante in cui si “dà l’illusione che il rapporto sessuale cessi di non scriversi”. Ed è un’illusione “non soltanto che qualcosa si articoli ma si inscriva”. La contingenza dell’incontro non è soltanto questione di articolazione, ma anche di scrittura: l’incontro si scrive nel destino di ciascuno in “modo che per un certo tempo, un tempo di sospensione, quello che sarebbe il rapporto sessuale trovi nell’essere che parla la propria traccia e la propria via di miraggio”.

Lacan dice che “lo spostamento della negazione dal cessa di non scriversi al non cessa di scriversi, dalla contingenza alla necessità, costituisce il punto di sospensione a cui si attacca ogni amore”.

Ogni amore tende a trasformare la contingenza in necessità, spostando la negazione dal cessa di non scriversi al non cessa di scriversi.

È in questa trasformazione il per sempre che l’amore prova a introdurre nella contingenza, è qui il momento in cui l’istante d’eternità che attraversa l’incontro d’amore si apre verso il voler credere che durerà per sempre. È questo quello che Lacan definisce come “il sostituto che – per via dell’esistenza, non già dal rapporto sessuale, ma dell’inconscio che ne differisce – determina il destino e anche il dramma dell’amore”.


Per qualche spunto in più guarda questo video sull'invenzione della coppia.

 

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Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.
I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.

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