L’amore è una camminata
Nel suo lavoro clinico e scientifico Marsha Linehan cerca di tradurre in passi comportamentali concreti quanto apprende attraverso la sua ricerca spirituale.
La Linehan descrive infatti l’apprendimento delle principali abilità DBT come la traduzione psicologica e comportamentale delle pratiche di meditazione tratte dalla formazione spirituale orientale. Il suo atteggiamento terapeutico di base rimane sempre permeato dalla relazione con Dio.
Indice
Spirito e conoscenza
La Linehan si allontana progressivamente dalla formazione che segue pedissequamente i dettami della Chiesa Cattolica, un’istituzione che trova sempre più rigida e maschilista.
Nel suo cammino continua a coltivare il suo rapporto con Dio concentrandosi sulle sue esperienze mistiche. È da questo livello di esperienza che la Linehan ricava il presupposto che il pensiero cosciente non è la via regia per ritrovare il senso della vita. Anzi, un vero cammino spirituale consiste nella progressiva disabilitazione delle pretese del pensiero di acciuffare il divenire della vita.
Senza questa ricerca spirituale la prospettiva DBT rischierebbe di scadere in un approccio esclusivamente comportamentista. Ma la Linehan, così come vuole distanziarsi dal terapismo di matrice psicoanalitica, vuole rimarcare la differenza del suo approccio da quello meramente comportamentista.
In più momenti della sua autobiografia racconta infatti quanto per lei sia cruciale far sentire i suoi pazienti ascoltati; invece, un orientamento finalizzato principalmente al cambiamento dei comportamenti sarebbe percepito dai pazienti come l’ennesimo tentativo di non ascoltare la loro verità.
L’esperienza mistica e la meditazione contemplativa sono il cursore soggettivo con cui la Linehan si distanzia dalla padronanza dell’Io cosciente e da una sorta di efficientismo comportamentista.
È per tal ragione che le abilità che vengono insegnate per introdurre dei cambiamenti comportamentali sono sempre subordinate al rinnovamento del proprio modo di essere presenti a sé stessi.
Questa radicalizzazione della posizione della Linehan scaturisce dalla trasformazione del suo rapporto con Dio che pian piano non si configura più come quell’Altro in grado di riparare l’esistenza dal dolore.
È proprio la conversione dell’appello rivolto a Dio che trasforma il rapporto con il grido.
In questo passaggio il grido smette di essere vissuto come un’esperienza da tradurre integralmente in una domanda di aiuto e diventa invece il tessuto esistenziale di base del suo incedere nella vita.
È questa l’esperienza di accettazione di cui Marsha parla ricorsivamente nel suo racconto autobiografico rendendoci partecipi di un cammino spirituale che la porta dalla “notte oscura dell’anima” verso la possibilità di vivere il momento presente.
Il filo conduttore che attraversa il percorso spirituale della Linehan e parallelamente lo sviluppo della DBT può essere riassunto nella formula “la competenza (mastery) deve arrendersi al mistero” [M.M. Linehan (2020), Una vita degna di essere vissuta, p. 250]. Questa formula segue la Linehan anche quando si inoltra nella spiritualità di matrice orientale fino ad arrivare all’introduzione della mindfulness come abilità centrale del metodo DBT.
La “nube della non conoscenza” può essere superata solo attraverso l’amore perché esiste una dimensione dell’esperienza che può essere soltanto vissuta e che non può essere afferrata con la pinza del pensiero.
Per Marsha il passaggio cruciale della sua contemplazione consiste nel comprendere che la vera questione dell’estasi non è quella di essere amati da Dio ma di sentirsi nell’amore verso Dio. “L’accettazione radicale non può essere spiegata completamente. È un atteggiamento interiore. È qualcosa che accade dentro di sé. Si potrebbe dire che è la volontà di Dio. Accettare con grazia” (Linehan 2020, p. 304).
Diventare la camminata
Nel suo percorso spirituale per Marsha Linehan è fondamentale l’incontro in Germania con il monaco benedettino Willigis Jäger che ha abbinato il misticismo cristiano con le tradizioni Zen.
Con Willigis Marsha sperimenta in modo sempre più profondo che l’essenza dello Zen consiste nell’osservare senza analizzare e nell’accettare il proprio posto nella vita.
“La scrittura ci dice chi siamo allontanandoci da noi stessi, ricordandoci che dalla terra, dall’acqua, dal cielo veniamo e vi torneremo. I paesaggi ci includono tanto più tentiamo di inseguirli con le parole della scrittura” (D. Demetrio, La vita si cerca dentro di sé. Lessico autobiografico, p. 164).
Non si tratta di un esercizio intellettuale, bisogna solo essere aperti all’esperienza che si sta vivendo: “sii solo la camminata” dice Willigis a Marsha Linehan. Quindi non bisogna pensare, guardare o ascoltare attivamente ma solo camminare fino al punto da “diventare la camminata” (Linehan 2020, pp. 310-311).
Amore e accettazione
All’accettazione della vita per Marsha Linehan si accompagna quella speciale sensazione del sentirsi accettata da Willigis.
Quando Willigis le chiede di sedersi al suo fianco Marsha si sente accolta e questo è la cosa più risanatrice che le sia mai capitata perché istituisce la profonda esperienza di far parte di una famiglia e di essere completamente accettata.
La relazione con Willigis è per Marsha l’esperienza più trasformativa perché la fa sentire appartenente a una famiglia, ma in una maniera diversa rispetto a tutte le volte precedenti in cui Marsha ha dei legami significativi con i diversi psichiatri, preti o guide spirituali che incontra nel suo cammino.
Nelle altre volte, in qualche modo, Marsha si sente adorata, come se fosse messa su un piedistallo, ma questa condizione non le ha permesso di superare la sensazione di sentirsi sola e isolata.
Con Willigis invece si sente accettata per quello che è, si sente vista per la prima volta e sperimenta questo atteggiamento di accettazione radicale verso quello che lei è e non verso quello che dovrebbe essere.
In termini psicoanalitici lacaniani potremmo dire che non si sente subito presa per l’oggetto del fantasma del proprio interlocutore. È l’assenza di questa presa fantasmatica da parte dell’Altro, a cui si è accompagnato un desiderio senza aspettative, che le permette di sentirsi veramente trasformata e di imparare che l’amore non è qualcosa che ci viene dato come se fosse una “scatola di cioccolatini” (Linehan 2020, p. 326), l’amore è una condizione in cui bisogna avvenire, l’amore è una camminata.
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Nicolò Terminio ha ripreso il lavoro di Marsha Linehan in due libri: