Oggetto causa del desiderio e sciame borderline
Nello sviluppo traumatico del borderline non si è potuta istituire la causa del desiderio.
L’oggetto causa del desiderio fissa le condizioni di possibilità dell’attivazione del desiderio singolare del soggetto. Nell’oggetto causa del desiderio possiamo rintracciare il modo in cui la relazione tra il soggetto e l’Altro ha fissato dei vincoli per la messa in moto pulsionale dell’apertura al desiderio. Tutto questo vale per la clinica delle nevrosi, che è una clinica fondata sulla questione del desiderio. Quando invece rivolgiamo l’attenzione alla clinica borderline non abbiamo più la sensazione di ascoltare un soggetto alle prese con la verità del suo desiderio.
La nevrosi come evitamento del desiderio
La clinica della nevrosi è caratterizzata dall’inibizione del desiderio: per esempio, un paziente può raccontare che si è sempre sentito inferiore, però poi nel corso della cura può scoprire che riconoscersi e farsi riconoscere come colui che non ha i titoli per rispondere alle aspettative degli altri, sia stato uno stratagemma inconscio per non mettersi in gioco, un nascondiglio per mettersi al riparo dalla vibrazione del desiderio.
Diversamente, quando ascoltiamo un paziente borderline osserviamo un altro genere di questioni che riguardano il senso di sicurezza che il soggetto non ha mai sperimentato nel corso del suo sviluppo.
Lo sciame come urgenza pulsionale
Durante il periodo dello sviluppo il soggetto borderline ha vissuto in uno stato di allerta che ha saturato tutte le sue preoccupazioni: in quella condizione di precarietà e pericolo non c’era la sensazione di fiducia necessaria per ascoltarsi e sentire qual era la sua vocazione singolare, in quella condizione di allerta il bisogno primario da soddisfare era quello di mettersi al riparo, perché non c’era né un Altro che trasmetteva un senso di protezione e né un’identificazione che segnalava un posto da occupare nel mondo.
Nell’incontro clinico con il borderline ciò che risalta è l’urgenza di uno sciame emotivo che per il paziente risulta intollerabile e ingovernabile.
Nelle vite dei borderline si ripropone un eccesso di godimento che non si fa veicolo di una verità sul desiderio. La problematica clinica che ci pongono i pazienti borderline riguarda innanzitutto la possibilità di mitigare l’urgenza pulsionale. Ascoltare quindi un soggetto borderline, immaginando che dietro la fenomenologia dei suoi sintomi possa esserci una verità che riguarda il desiderio, può fuorviare l’attività del clinico.
Se si confonde il borderline con la nevrosi si rischia di dare rilievo alle condizioni di possibilità dell’apertura desiderante del soggetto, quando invece la particolarità del vissuto borderline consiste nel fatto che non si è costituita la causa del desiderio.