Commento di Vittorio Varbella su "Lo sciame borderline"
Ciao Nicolò,
ho letto con molto piacere il tuo nuovo libro. Dal mio punto vista è stato stimolante e anche illuminante veder dialogare psicoanalisi lacaniana, fenomenologia e le moderne correnti psicodinamiche, sul tema borderline.
Per me il libro è stato anche una nuova occasione per comprendere meglio e studiare di nuovo Recalcati, il cui pensiero secondo me tu spieghi molto bene. Il concetto di sciame e la dialettica fra sciame e struttura dà senso all’esistenza del “paziente borderline” anche all’interno della teoria lacaniana. Questo è essenziale perché questi pazienti sono moltissimi…che sia in pronto soccorso, in CSM o SPDC le organizzazioni borderline sono le casistiche cliniche più comuni, forse anche più difficili da trattare.
Dopo questi 4 anni di specializzazione in psichiatria una cosa che ti potrei dire per certo è che purtroppo manca, nel mondo medico, un’impostazione mentale e la curiosità nel tentare di leggere la logica soggettiva che permette l’espressione di un determinato sintomo secondariamente al tipo di struttura di personalità. C’è un certo appiattimento sia diagnostico che intellettuale in area medica… questa è la mia esperienza dopo 4 anni. Nel bene e nel male. Perciò non posso che apprezzare libri come il tuo e continuare a studiare per formarmi.
Se proprio dovessi fare un’osservazione critica direi che il “vocabolario lacaniano” del libro potrebbe rimanere ostico a chi non abbia studiato o letto altri testi prima… o almeno, io consiglierei di ascoltare contributi o conferenze su YouTube e leggere altri testi prima di buttarsi sul tuo nuovo lavoro. Non so se sia una vera critica perché forse è anche necessario iniziare da qualche parte e ci sono delle colleghe del primo anno che l’hanno comprato e pur con fatica l’hanno molto apprezzato.
Naturalmente nello specifico degli argomenti del libro si potrebbe parlare a lungo, intanto ci tenevo a farti sapere una mia impressione.