Perversioni e disturbi parafilici
Nella psicopatologia descrittiva contemporanea le perversioni vengono classificate sotto la voce dei disturbi parafilici.
I disturbi parafilici riguardano forme di eccitazione sessuale ricorrente e intensa che derivano da attività inconsuete che implicano la distorsione di alcune componenti del comportamento umano del corteggiamento oppure implicano dolore e sofferenza. In altri casi i disturbi parafilici riguardano la predilezione per l’atipicità dell’oggetto sessuale.
I principali disturbi parafilici sono:
- il voyerismo, che consiste nello spiare una persona nuda o che si sta spogliando oppure che è impegnata in attività sessuali;
- l’esibizionismo, che deriva dall’esibizione dei propri genitali a una persona a sua insaputa;
- il disturbo frotteuristico, che riguarda il toccare o lo strofinarsi contro una persona non consenziente;
- il masochismo sessuale, che consiste nel farsi infliggere umiliazioni, percorse o altre forme di sofferenze;
- il sadismo sessuale, che consiste nell’infliggere umiliazioni e altre forme di sofferenze fisiche o psicologiche a un’altra persona;
- la pedofilia, che riguarda l’interesse sessuale verso i bambini;
- il feticismo, dove l'eccitazione è collegata all’uso di oggetti inanimati o alla focalizzazione su alcune parti del corpo non genitali;
- il travestitismo, dove l’eccitazione sessuale avviene attraverso il cosiddetto cross-dressing, cioè l’indossare indumenti del sesso opposto.
È importante sottolineare che questo tipo di fenomeni perversi non esaurisce la questione clinica della perversione, che a livello psicodinamico va considerata sul piano strutturale. Nei manuali di psicopatologia descrittiva troviamo infatti l’elenco dei fenomeni perversi, ma ciò che può fare la differenza nel comprendere la verità clinica di questi fenomeni è il contesto della personalità e la struttura del soggetto che manifesta questi disturbi.