Riconoscimento e abbandono reciproco
Il riconoscimento dell’Altro è fondamentale per mantenere vivo il processo dell’abbandonarsi.
Per raffigurare questo intreccio tra riconoscimento e abbandono possiamo fare riferimento al ballo del tango.
Ballare il tango
Come mi ha insegnato il mio amico Aldo Becce, psicoanalista argentino-triestino, nel tango ci sono dei momenti in cui si inciampa: se li si affronta cercando subito di addossare la colpa all’altro, allora il ballo si ferma.Il ballo può continuare allora se invece di difendere le ragioni dell’Io si fa prevalere il movimento relazionale.
Una paziente si era rivolta a me perché si sentiva molto triste e demotivata a vivere a Torino. Diceva che la sua vita non aveva senso e che trovava poca soddisfazione anche nel suo lavoro. Anche la dimensione affettiva e sentimentale non andava bene, dopo qualche incontro occasionale appena arrivata a Torino non aveva costruito legami significativi.
Qualche anno prima, proprio per inseguire il suo successo professionale, aveva lasciato la sua città d’origine e allo stesso tempo aveva deciso di interrompere una relazione sentimentale con un ragazzo con cui diceva di non trovarsi bene perché lui voleva sposarla e lei non si sentiva pronta, anzi considerava l’idea di sposarsi come una gabbia e come un’occasione sicura per non essere felice.
Ne aveva avuto testimonianza dalla madre che per seguire il padre aveva rinunciato a una carriera e adesso si ritrovava depressa e in cura con gli psicofarmaci.
La paziente aveva allora puntato tutto sul lavoro ma adesso era ugualmente infelice e non sapeva perché.
L’avevo invitata a pensare che sebbene avesse deciso di interrompere la relazione sentimentale diversi anni prima qualcosa di quel legame continua a sopravvivere nel suo cuore nonostante si fosse detta più volte che non avrebbe avuto senso continuare la relazione con quel ragazzo.
Dopo qualche seduta mi aveva raccontato che si era messa a piangere improvvisamente mentre stava ascoltando una canzone alla radio: all’inizio era rimasta sorpresa e non capiva perché proprio quella canzone le aveva provocato quella reazione, dopo qualche istante però si era ricordata che quella era una delle loro canzoni preferite, una di quelle che ascoltavano nei loro momenti più intensi.
*** ***
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.