L'isterica e l'Altro del desiderio
La nevrosi ossessiva è caratterizzata dalla ricerca del senso e sopporta male il non-senso, in questa struttura clinica il soggetto esige che tutto sia simbolizzato in maniera esaustiva. Nell’isteria invece il soggetto si presenta per la via della mancanza d’essere e dimostra quanto il senso sia insufficiente a render conto dell’essere del soggetto.
Se nella nevrosi ossessiva il soggetto individua il suo punto di appoggio nella domanda di senso, ovvero nel meccanismo alienante di un simbolico che tenta di colmare il Reale, nella struttura isterica invece il centro di gravità del soggetto è da situare nella mancanza d’essere che abita il linguaggio.
Indice
L'isterica e la mancanza dell'Altro
L’alienazione illustra la logica della nevrosi ossessiva, mentre la separazione quella dell’isteria. Come mostra Lacan nel corso del Seminario XI nella struttura nevrotica osserviamo da una parte l’alienazione in quanto rincorsa del senso e dall’altra la separazione dal luogo dell’Altro come interrogazione della mancanza d’essere del desiderio.
Il fatto che l’isterica sia predisposta a trovare il suo punto di appoggio nel desiderio dell’Altro comporta però che nella struttura isterica il soggetto abbia un legame meno stabile con l’Altro del linguaggio.
«L’isterica è proprio il soggetto per il quale è difficile stabilire con la costituzione dell’Altro in quanto grande Altro, portatore del segno parlato, una relazione che gli permetta di preservare il suo posto di soggetto. È proprio la definizione che possiamo dare dell’isterico» [J. Lacan (1957-1958), Il seminario, Libro V, Le formazioni dell’inconscio, p. 374].
L’isterica, piuttosto che ritrovarsi nel luogo dell’Altro, si identifica con ciò che manca all’Altro. Nell’isteria viene chiamato in causa l’Altro del desiderio e l’Altro della parola viene provocato affinché riveli il suo punto di mancanza.
Per qualche spunto in più si veda questo video sul testo L'Io e l'Es di Freud (1922).
Isteria e nevrosi ossessiva sono dunque due matemi della risposta «con cui il soggetto proietta nell’enigma il suo sesso e la sua esistenza» [J. Lacan (1957), La psicoanalisi e il suo insegnamento, in Scritti, vol. I, cit., p. 443].
Nello scritto La psicoanalisi e il suo insegnamento Lacan ritorna sul tema dell’incontro con l’istanza del significante da cui scaturisce la questione della «fatticità» del soggetto, questione che viene affrontata secondo le due strategie della nevrosi, isteria e ossessione: «infatti non saremo stupiti di accorgerci che la nevrosi isterica come la nevrosi ossessiva suppongono nella loro struttura i termini senza i quali il soggetto non può accedere alla nozione della sua fatticità riguardo al suo sesso nell’una, alla sua esistenza nell’altra. Al che l’una e l’altra di queste strutture costituiscono una sorta di risposta» (Ibidem).
Nel Seminario V Lacan mette ancora in luce l’aspetto omogeneo delle nevrosi: «Cosa fa l’ossessivo per consistere in quanto soggetto? È come l’isterico, c’era da aspettarselo. Prima di qualsiasi elaborazione seria, cioè prima di Freud, Janet ha fatto un lavoro molto curioso di sovrapposizione geometrica, di corrispondenza punto per punto di immagini, come si dice in geometria, di trasformazioni di figure, in cui l’ossessivo è concepito, se si può dire così, come un isterico trasformato. Anche l’ossessivo è orientato verso il desiderio. Se non si trattasse in tutto e prima di tutto del desiderio, non ci sarebbe omogeneità nelle nevrosi» [J. Lacan (1957-1958), Il seminario, Libro V, Le formazioni dell’inconscio, p. 409].
Lacan studia le differenze tra isteria e nevrosi ossessiva e tenta di reperire le rispettive posizioni soggettive nel rapporto con il desiderio dell’Altro: «l’esperienza mostra bene che l’isterica vive interamente a livello dell’Altro. Per lei l’accento è di essere a livello dell’Altro, e per questo le serve un desiderio dell’Altro, perché senza questo, l’Altro cosa sarebbe se non la legge? Il centro di gravità del movimento costitutivo dell’isterica è prima di tutto a livello dell’Altro. Allo stesso modo, per ragioni che non è impossibile articolare, e che sono, in definitiva, identiche a ciò che dice Freud parlando del disimpasto precoce degli istinti, è la mira del desiderio come tale, dell’al di là della domanda, a essere costitutiva per l’ossessivo. Ma con una differenza evidente rispetto all’isterica» [J. Lacan (1957-1958), Il seminario, Libro V, Le formazioni dell’inconscio, p. 410].
Per approfondire, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a: