Psicosi paranoide: significato
La logica del narcisismo ci permette di comprendere il significato della psicosi paranoide. Il narcisismo ci permette di cogliere il significato della psicosi paranoide perché nella paranoia il soggetto è impegnato innanzitutto a eliminare la disgiunzione tra il piano dell’esistenza Reale e quello della sua rappresentazione narcisistico-immaginaria.
Nella psicosi paranoide osserviamo un soggetto che cerca di sanare lo sdoppiamento tra la sua frammentazione Reale e l’unità ideale dell’immagine.
Il significato psicopatologico della psicosi paranoide consiste dunque nel fatto che il soggetto è totalmente aspirato dalla certezza di coincidere con il suo Io, con l’immagine narcisistico-immaginaria riflessa dallo specchio.
L’infatuazione esaltata per il proprio Io si configura come il meccanismo narcisistico che anima il vissuto del soggetto paranoico. Nella psicosi paranoide la passione narcisistica per l’Io esalta una versione fondamentalista dell’identità. Credersi un Io esprime il significato principale della psicosi paranoica perché mostra il tentativo delirante di ricucire la divisione del soggetto eliminando ogni traccia di quell’alterità interna ad ogni identità che chiamiamo inconscio.
Il significato psicopatologico della psicosi paranoide consiste nell’escludere l’alterità del Reale che esiste al di là della raffigurazione dell’Io. Nella paranoia c’è un incollamento eccessivo (e immodificabile) del soggetto all’identificazione narcisistica all’immagine. In questo predominio del registro narcisistico ogni sensazione o vissuto che rimanda all’esistenza dell’inconscio viene avvertita come una minaccia per la compattezza identitaria dell’Io. Ogni esperienza che sollecita l’emersione di sensazioni e vissuti che evocano l’alterità dell’inconscio diventa una minaccia.
L’esasperazione narcisistica dell’Io paranoico si configura non solo come una patologia dell’identità, ma anche come un incollamento al piano narcisistico che protegge il soggetto dall’emergere del Reale del corpo pulsionale.
L’ostilità del paranoico verso gli altri si innesca in quei frangenti dove un incontro può far balenare l’esistenza di qualcosa di ingovernabile che minaccia la consistenza narcisistica dell’Io. La fascinazione narcisistica per l’Io crea i presupposti per l’aggressività verso tutto ciò che mette in crisi la credenza immaginaria di essere un Io.
Nella psicosi paranoide il sintomo, diversamente dalla nevrosi, non si manifesta come una crepa dell’Io che fa apparire la verità rimossa del desiderio inconscio. Il paziente paranoico conserva pienamente il funzionamento dell’Io, viene invece rifiutata la divisione soggettiva provocata dall’esperienza dell’inconscio.
Nella clinica della psicosi paranoide la dimensione del Reale ritorna, diversamente dal rimosso, dall’esterno. Ecco perché il paranoico si presenta come vittima di un Altro malvagio. Nell’esperienza del paranoico tutto è diventato segno delle intenzioni malevole dell’Altro.
L’Io del paranoico, a causa della forclusione del Nome del Padre, si trova assediato dall’emergenza del Reale non simbolizzato che ritorna dall’esterno attraverso le sembianze di un Altro persecutore. Il soggetto paranoico si sente sottoposto allo sguardo dell’Altro che manifesta la dimensione più inquietante e persecutoria della volontà di godimento (non simbolizzata) dell’Altro. Nel delirio paranoico tutto si fa segno e il soggetto è preso in una semiosi infinita attraverso cui cerca di dare significato alla volontà malevola dell’Altro.