La relazione con l’Altro e il gesto creativo
Continua in questo spunto la riflessione sulla costituzione del soggetto e la relazione con l’Altro. Attraverso una panoramica sul pensiero di Winnicott, Balint e Modell vediamo ribadita la centralità dell’Altro per la nascita di un soggetto capace di autenticità e desiderio.
Il caso del funzionamento borderline mostra ancora una volta gli effetti di un attaccamento disorganizzato che non è in grado di dare un punto di approdo e una base di appoggio per le esplorazioni del soggetto.
Indice
Essere soli ma non senza l'Altro
Nella Scuola degli Indipendenti britannici l’attenzione dei clinici viene rivolta alla relazione dinamica tra il Sé e l’oggetto. Donald Winnicott sostiene che il Sé si evolva sullo sfondo di un’unità madre-bambino. Il compito dell’accudimento materno è quello di favorire l’intrinseco desiderio di sviluppare un “vero Sé” attraverso una holding che garantisca il senso di sicurezza:
una madre “sufficientemente buona” riesce a dosare la gratificazione e la frustrazione consentendo al bambino di integrare la sua ambivalenza originaria.
Il “rispecchiamento” materno promuove infatti l’internalizzazione degli affetti in una versione modulata e l’espressione spontanea di ciò che Winnicott definisce “gesti creativi” [Cfr. Winnicott D. W. (1971), Gioco e realtà, Armando, Roma 1974].
Per qualche spunto in più si veda questo video sul libro Gioco e realtà di Winnicott.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.