Il desiderio e la separazione
Se ci facciamo attraversare dalla vibrazione del desiderio allora possiamo aprirci a un nuovo modo di vivere le relazioni. Molte volte però tra noi e gli altri mettiamo un filtro che prova ad attutire le perturbazioni del desiderio.
Questo filtro in psicoanalisi viene chiamato fantasma. Ciascuno di noi può essere tentato dal proteggere e coccolare questo filtro fantasmatico, quasi come se fosse l'indice della propria particolarità. Invece si tratta di un modo per scansare il contatto vivo con la vibrazione del desiderio proprio e dell'Altro.
Indice
L'aurora del significante
Nello spunto dedicato al transfert sottolineavamo che l’analista si fa sembiante dell’oggetto a. Adesso possiamo precisare lo statuto logico di ciò che viene messo in posizione di sembiante nel discorso dell’analista: si tratta del plusgodere che alimenta il sintomo e sostiene il fantasma.
Nel fantasma il soggetto ($) è diviso e mortificato dal significante, in quanto esiste solo nell’essere rappresentato da un significante per un altro significante (ricordiamo il ritornello lacaniano di matrice hegeliana secondo cui «la parola uccide la Cosa»).
Inoltre nel fantasma sebbene $ recuperi l’oggetto a, lo ritrova subito proiettato nell’orbita del desiderio dell’Altro e in tal modo $ continuerà a ricercare a al di là del campo della propria esperienza.
Il soggetto ($) sarà quindi in connessione con il plusgodere, ma nella forma trasfigurata data dal fantasma.
Il lavoro promosso dal discorso dell’analista vuole chiarire e mettere in evidenza (produrre) quel momento aurorale dove il significante (S1) aveva battezzato l’esperienza di godimento del soggetto. «L’esperienza analitica incontra qui il proprio termine, giacché tutto quello che essa può produrre, secondo il mio gramma, è S1. Penso che vi ricordiate ancora del brusio che sono riuscito a provocare la volta scorsa designando questo significante S1 come il significante del godimento, anche di quello più idiota – nei due sensi dell’espressione, ovvero godimento dell’idiota, che trova qui la sua funzione di riferimento, e godimento assolutamente singolare» [J. Lacan (1972-1973), Il seminario, Libro XX, Ancora, pp. 88-89].
Si tratta del momento in cui l’oggetto a viene prodotto prima ancora di diventare il satellite che ruota intorno al nucleo gravitazionale del desiderio dell’Altro.
Per qualche spunto in più guarda questo video sulla logica del fantasma.
L’attraversamento del fantasma va inteso non come una rinuncia al soddisfacimento di matrice fantasmatica che si realizza nel sintomo.
La traversata del fantasma si configura semmai come un viaggio di andata e ritorno: dal sintomo al fantasma e ritorno.
Ritornando però al sintomo dopo aver setacciato la logica e gli effetti che il fantasma ha nel regolare il rapporto tra il soggetto ($) e il proprio plusgodere (a).
Alla fine dell’analisi si tratta di farsi carico del proprio plusgodere come causa del proprio movimento desiderante.
L’estrazione dell’oggetto a dal campo del desiderio dell’Altro consente al soggetto ($) di riconciliarsi con la propria causa del desiderio, senza addebitarla all’Altro.
La soggettivazione che conduce al proprio desiderio singolare consiste infatti in un movimento di separazione da quella operazione di separazione che aveva collocato l’oggetto a nel campo dell’Altro.
Assumersi l’onere di questo passaggio implica un’ultima rettifica soggettiva del proprio rapporto con il Reale. Ecco cosa possiamo intendere come atto analitico, l’atto che porta a termine l’ultima rettifica soggettiva sancendo il passaggio da analizzante ad analista.
Per qualche spunto in più guarda questo video su fantasma e desiderio dell'analista:
- Teoria e tecnica della psicoanalisi lacaniana (2016)
- A ciascuno la sua relazione. Psicoanalisi e fenomenologia nella pratica clinica (2019)
- L'intervallo della vita. Il Reale della clinica psicoanalitica e fenomenologica (2020)