Il transfert è una costruzione
Quando un paziente inizia la propria analisi diventa un «analizzante» e non sarà più un «analizzato» o un «analizzando». Il paziente non sarà più un oggetto d’analisi ma un soggetto attivamente coinvolto nella decifrazione del suo stesso dire.
Nei racconti e nei discorsi del paziente emergeranno dei «significanti maître», cioè quei significanti che hanno orientato la sua storia e le configurazioni tipiche delle sue esperienze relazionali. Tuttavia, l’articolazione che potrebbe dare una trama a questi significanti non è ancora scritta.
Sebbene l’inconscio sia strutturato come un linguaggio, sappiamo che l’inconscio non esiste fino a quando le parole del soggetto non vengono orientate verso un sapere da scoprire.
Da questo punto di vista la struttura dell’inconscio è il frutto di una costruzione che viene realizzata durante l’analisi. Si tratta di una costruzione che prende spunto da alcuni significanti che ritornano dal passato e che l’analisi proietta in avanti per far emergere quanto hanno ancora da dire.
Il transfert nasce come un movimento (cfr. Recalcati, Jacques Lacan. La clinica psicoanalitica: struttura e soggetto, 2016) di elaborazione che permette di realizzare questo lavoro di costruzione partendo dai significanti maître.
Il transfert è un movimento verso un sapere che non si possiede e, ovviamente, chiama in causa anche l’analista.
Per qualche spunto in più guarda questo video sul transfert come soggetto supposto sapere e pulsazione dell'inconscio:
Per approfondire, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a: