La rettifica dell’Altro sociale
Il tratto intellettuale di Recalcati è un movimento che va dalla teoria alla pratica, ma in un senso più ampio rispetto a quello terapeutico perché si tratta di un passaggio che va dal pensiero clinico all’impegno civile.
Non solo come clinico ma anche come intellettuale lo psicoanalista prova a dare un’impronta al Reale cercando di trasformare la riproposizione delle forme già definite della Realtà sociale. Perché sa che la Realtà sociale è anche il discorso dell’Altro.
Indice
Rettifica dell'Altro
Nella prospettiva recalcatiana intervenire sull’Altro sociale diventa un’ulteriore apertura del campo di azione di uno psicoanalista. Quando ci occupiamo della clinica del vuoto sappiamo che la forma preliminare del trattamento consiste nella “rettifica dell’Altro”. La rettifica dell’Altro richiede un tempo (logico) che viene prima di poterci dedicare alla “rettifica soggettiva” e quindi a un lavoro sul rapporto singolare del soggetto con il Reale del suo inconscio (Cfr. J. Lacan (1958), La direzione della cura e i principî del suo potere, in Scritti, vol. II, a cura di G.B. Contri, Einaudi, Torino 1974, pp. 580-642).
Da questo punto di vista per uno psicoanalista dedicare la propria attenzione critica verso l’Altro sociale equivale a rendere l’Altro sociale come Soggetto delle proprie interpretazioni.
E come in ogni interpretazione psicoanalitica si prepara il campo attraverso delle punteggiature. Le riflessioni-punteggiature di uno psicoanalista delle dinamiche sociali si configurano come quelle di uno psicologo sociale che vuole individuare le variabili che orientano effettivamente le dinamiche sociali.
Fino a quando il lavoro intellettuale di decifrazione delle dinamiche sociali si mantiene a livello della punteggiatura il compito che si assume uno psicoanalista è quello di unire i puntini, di vedere delle connessioni laddove gli altri ancora non le vedono.
L’interpretazione delle dinamiche sociali come punteggiatura è un esercizio sociosemiotico dove anche se vengono individuati i diversi punti di enunciazione dei diversi attori sociali non si può aspirare alla trasformazione del Reale.
Fino a questo livello il ruolo intellettuale dello psicoanalista è più efficace se rimane ancorato all’architettura istituzionale di nuovi spazi per la cura. Potremmo dire che l’analista intellettuale può ancora svolgere una funzione trasformativa nel sociale aprendo nuovi spazi per la parola piuttosto che esprimersi attraverso commenti o interpretazioni che rischiano di essere assorbite nel mare magnum delle punteggiature testuali.
Ma con Recalcati la funzione critica dell’intellettuale vuole andare al di là di una pratica sociosemiotica. Recalcati ha il proposito di portare nel sociale l’interpretazione come un taglio: non un segno nella serie dei segni, ma un segno che lascia il segno del Reale che attiva il desiderio.
La rettifica dell’Altro non passa soltanto attraverso un lavoro di decifrazione di una trama non immediatamente evidente.
Come ogni rettifica è necessario introdurre un taglio che interrompe quella trama, un trauma che introduce nel discorso sociale una chiamata diversa rispetto alla persuasione seduttiva e apparentemente non coercitiva del discorso sociale dominante.
Recalcati non si esprime pubblicamente soltanto per mettere in evidenza la trama del discorso sociale, c’è un’urgenza vertiginosa nella sua enunciazione che lo espone innanzitutto a farsi agente di una dimensione traumatica. Ed è per tal ragione che il suo ruolo di intellettuale non può essere assorbito né come apocalittico né come integrato.
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Sull'opera di Recalcati, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a:
- Introduzione a Massimo Recalcati. Inconscio, eredità, testimonianza (2018)
- Massimo Recalcati. Un ritratto intellettuale (2021)