Transfert e controtransfert nella relazione terapeutica
Nella cura psicoanalitica transfert e controtransfert danno corpo a un movimento relazionale dove è importante ricordarsi che tra paziente e terapeuta vale quanto diceva un poeta: ricordati che la via che porta da te a me non è uguale a quella che va da me a te.
Il transfert è l’elemento che vitalizza la relazione terapeutica, ma anche la principale fonte di perturbazione, quando non vi si aggiunge qualche complicazione dovuta al controtransfert.
Potremmo dire che la relazione terapeutica si sviluppa sotto transfert. E il transfert è la ripetizione di uno schema relazionale e del suo inciampo. E in questo inciampo sono racchiuse le possibilità trasformative della cura.
Transfert, ripetizione e fantasma
Nella ripetizione dello schema relazionale vediamo affibbiato al terapeuta il ruolo che in precedenza era stato svolto dagli Altri significativi nella vita del paziente.
Nello schema del transfert il terapeuta si trova collocato in un copione relazionale che il paziente tende a riproporre nella cura.
In questa ripetizione relazionale il terapeuta diventa allora il rappresentante dell’Altro del paziente e viene visto sotto la luce del fantasma inconscio del paziente.
Il fantasma inconscio è l’interpretazione che il soggetto dà al desiderio dell’Altro.
In poche parole: tendenzialmente il soggetto nevrotico quando incontra un Altro estraneo prova interpretarne il desiderio riconducendolo al desiderio del suo grande Altro. Così in realtà non c’è mai incontro con l’alterità del desiderio dell’Altro perché ogni volta viene interpretato secondo lo stesso schema.
Il transfert diventa allora il fattore che ripropone nella cura la fissazione del soggetto al suo fantasma inconscio.
Da questo punto di vista il transfert è una chiusura rispetto alla possibilità di lasciarsi andare nella relazione con l’alterità dell’Altro.
Diventa cruciale che il terapeuta possa smarcarsi dal ruolo a cui sembra consegnarlo la ripetizione del transfert.
Ecco dunque comparire l’importanza decisiva dell’abbandonarsi del terapeuta. In modo molto sintetico potremmo dire che alla ripetizione si risponde con l’abbandono.
Per qualche spunto in più guarda anche questo video sul transfert come romanzo e come lettera.
Controtransfert e sintonizzazione relazionale
Per il terapeuta essere un Altro diverso da tutti gli Altri significativi che il paziente ha incontrato nella propria vita vuol dire non precipitarsi nel ricondurre le parole del paziente a un discorso già scritto.
Inoltre, come abbiamo già visto, l’abbandono per il terapeuta è anche un’occasione per lasciarsi toccare dalle parole del paziente senza dover immediatamente contro-reagire.
Il controtransfert è il riflesso emotivo del terapeuta nella relazione con il paziente, ma è anche un indicatore prezioso attraverso cui sintonizzarsi con la singolare posizione relazionale del paziente e con il ruolo verso cui il terapeuta si sente calamitato.
In questo caso è importante che il terapeuta distingua quanto viene eventualmente riattivato delle sue questioni personali e quanto invece è effetto delle sollecitazioni del fantasma del paziente.
È un momento delicatissimo della cura perché attraverso la posizione del terapeuta si gioca una parte considerevole del passaggio dalla ripetizione alla trasformazione, dal controllo dell’Altro alla possibilità di abbandonarsi alla relazione con l’alterità.
Se in questo movimento transferale il terapeuta si sposta dall’asse relazionale garantito dal fantasma, allora potrà sorgere l’inciampo del fantasma, ossia quella dimensione della presenza e del desiderio dell’Altro che non può essere rivestita e interpretata con lo schema del fantasma.
In questo frangente della cura la tensione transferale fallisce nell’obiettivo di protezione dall’alterità e nel suo inciampo diventa piuttosto l’esposizione a quella fonte di perturbazione da cui il soggetto si difendeva con il fantasma.
E qui l’alleanza terapeutica subirà un test fondamentale perché in questa fase di inciampo sarà soltanto l’alleanza a mantenere l’orizzonte dell’incontro come una possibilità generativa e non come l’ennesima ripetizione di un incontro da evitare.
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Per qualche spunto in più guarda anche questo video sul transfert come soggetto supposto sapere e come pulsazione dell'inconscio.
Per approfondire, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a: