La biografia tra ripetizione e cambiamento
La storia di ciascuno di noi è caratterizzata dalla ripetizione di modelli passati che abbiamo appreso in un’epoca precoce della nostra vita: è questa la versione dell’inconscio inteso come ripetizione dei modelli operativi interni.
La psicoterapia si focalizza sulla ripetizione dell’inconscio per aprire la possibilità di un nuovo corso della storia soggettiva. Il fine di una cura psicoanalitica consiste infatti nell’introduzione di uno iato tra le generazioni, per permettere al soggetto di dare un nuovo destino al marchio lasciato dalla relazione di attaccamento con l’Altro.
In questo spunto attraverseremo, in modo panoramico, il pensiero di alcuni autori che risultano ancora attuali per leggere e trasformare il nodo che lega il soggetto alla trama delle generazioni.
Indice
Modelli operativi interni e coazione a ripetere
Il lavoro di Morris Eagle è molto interessante per il collegamento che propone tra i concetti di modelli operativi interni (MOI) e di coazione a ripetere. Le strutture rappresentazionali delle interazioni sono delle caratteristiche generali e invarianti che regolano le aspettative di ruolo sulla base dei pattern di relazione precoce.
I MOI e il transfert rappresentano la persistenza nell’individuo a riproporre la sua abituale modalità interattiva.
A proposito di un intenso attaccamento a modelli patologici, Eagle avanza l’ipotesi secondo cui il paziente ha la necessità di assicurarsi un minimo senso di Sé che, seppur patologico, è preferibile al vuoto.
Secondo Eagle la psicoterapia facilita lo sviluppo di capacità metacognitive (in termini psicoanalitici “funzioni osservative dell’Io”) che possono essere osservate nella coerenza narrativa del soggetto come un sottoprodotto del miglioramento terapeutico.
Per qualche spunto in più guarda anche questo video sul transfert come romanzo e come lettera.
Jeremy Holmes integra le idee psicoanalitiche e la teoria dell’attaccamento in un unico approccio terapeutico. L’individuo sicuro ha raggiunto la posizione depressiva ed è quindi capace di mettere insieme l’oggetto buono e l’oggetto cattivo mostrando una coerenza narrativa.
Le modalità di funzionamento dei pattern evitante e ambivalente esprimono una sottostante posizione schizoparanoide. Entrambi i pattern manifestano una difficoltà a vivere l’intimità con i propri oggetti: l’atteggiamento distanziante garantisce uno spazio impermeabile agli eventuali abbandoni o attacchi dell’Altro; la costruzione di un falso Sé assicura invece la vicinanza dell’oggetto poiché le proprie esigenze vengono vissute come pericolose per la relazione.
Secondo Holmes l’inconscio freudiano, al pari dei modelli operativi interni, sovradetermina le esperienze del soggetto attraverso dei processi che in gran parte sono al di fuori della consapevolezza. L’aiuto psicoterapeutico si rivolge verso la costruzione di una base sicura da cui poter partire per la narrazione di storie che integrino i diversi elementi significativi della vita di un individuo.
La competenza biografica rappresenta l’obiettivo della terapia poiché costituisce un indice della capacità del soggetto di affidarsi pienamente alle proprie risorse cognitive ed emotive.
Per qualche spunto in più guarda questo video su coscienza e inconscio.
Il lavoro clinico di Arietta Slade si avvale dei concetti formulati dalla teoria dell’attaccamento per comprendere meglio le dinamiche psichiche del paziente. La Slade osserva come le lacune delle narrative dei pazienti rappresentino i punti focali su cui dovrà concentrarsi la psicoterapia.
Il colloquio clinico consente di verificare l’integrazione dei modelli operativi interni e le diverse strategie che i soggetti mettono in atto per regolare gli affetti spiacevoli.
- Il paziente evitante soffoca i suoi vissuti emotivi;
- il paziente ambivalente non trova invece delle modalità efficaci con cui regolare gli affetti;
- infine il paziente irrisolto mostra una marcata confusione e distorsione dell’esperienza.
A differenza di Holmes, la Slade non propone un nuovo modello psicoterapeutico, ma arricchisce con i concetti chiave dell’attaccamento la capacità esplicativa della diagnosi e dell’intervento clinico.
Alicia Lieberman è una delle promotrici della psicoterapia bambino-genitore. Il suo approccio si basa sulle intuizioni psicoanalitiche di Selma Fraiberg sui disturbi psicologici dei bambini.
La Fraiberg sostiene che le relazioni disturbate tra genitori e bambini, nei primi tre anni di vita, sono strettamente connesse alle problematiche irrisolte di uno dei genitori, o di entrambi, con le proprie figure di attaccamento.
L’idea che il bambino sia l’adeguato focus del transfert è sovrapponibile al concetto di riattualizzazione dei modelli operativi interni della madre nel suo rapporto con il bambino.
La nascita del bambino attiva simultaneamente nel genitore modalità di accudimento e modelli di attaccamento.
La madre è infatti predisposta a identificarsi con il bambino e ripropone nella relazione delle rappresentazioni di ruolo che aveva sperimentato nei confronti del proprio caregiver. La psicoterapia della Lieberman è orientata verso la ristrutturazione dei MOI della madre e verso la costituzione di MOI efficaci per l’organizzazione dell’esperienza del bambino.
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Per qualche spunto in più guarda questo video sulla sintonizzazione e traduzione materna.