René Spitz e l'interazione madre-bambino
René Spitz è stato uno psicoanalista post-freudiano che ha osservato a lungo i condizionamenti della relazione precoce tra madre e bambino.
Quello di Spitz è stato un contributo essenziale che ha alimentato tante diramazioni della ricerca psicoanalitica sullo sviluppo del soggetto.
Considerare la psicoanalisi nella globalità delle sue linee di ricerca è piuttosto difficile, anche perché le innumerevoli scuole di pensiero che si sono originate dall'opera di Freud hanno espresso delle prospettive tra loro eterogenee.
Tuttavia partendo dal lavoro di Spitz possiamo rintracciare alcuni aspetti della psicoanalisi che apriranno alla teoria dell’attaccamento di John Bowlby.
L'Io e le difese
Troviamo un primo punto di contatto nel concetto di difesa. Il concetto freudiano di difesa costituisce infatti un caposaldo insostituibile per la teoria dell’attaccamento. La capacità dell’Io di creare dei meccanismi difensivi contro le fonti dei conflitti psichici o degli affetti spiacevoli è una delle pietre miliari della Trilogia di Bowlby e in modo specifico del terzo volume [cfr. Bowlby J. (1980), Attaccamento e perdita, vol. III: La perdita della madre, Bollati Boringhieri, Torino 1983].
L’ipotesi secondo cui il trauma psichico ricalca il trauma fisico è un altro dei punti cardini della ricerca sull’attaccamento: gli eventi traumatici reali assumono una rilevanza notevole nella genesi dei disturbi psicologici, soprattutto nelle patologie più gravi.
Per qualche spunto in più guarda questo video sul tema "Essere soli, ma non senza l'Altro. La differenza tra borderline, psicosi e nevrosi".
L'interazione madre-bambino
La psicoanalisi ha proseguito l'impresa di Freud elaborando e testando nuove prospettive teoriche.
La teoria dell’attaccamento non nega mai l’eredità intellettuale di Sigmund Freud, ma nei suoi sviluppi si allontana da una visione propriamente freudiana.
Per qualche spunto in più guarda questo video sull'opera l'Io e l'Es di Freud.
René Spitz, che è un esponente della psicoanalisi dell’Io, costruisce una teoria stadiale dello sviluppo del Sé attribuendo una notevole importanza alla funzione autoregolatrice dell’interazione madre-bambino.
Attraverso l’espressione emozionale la madre contiene o attenua le esperienze spiacevoli del bambino [cfr. Spitz R. (1965), Il primo anno di vita, Armando, Roma 1973].
In seguito tali risposte emotive vengono internalizzate dal bambino e inserite nel contesto comunicativo come segnali di pericolo o di sicurezza.
L’interazione precoce costituisce un fattore determinante per la strutturazione dei processi di regolazione del Sé contribuendo così all’adattamento o al disadattamento.
Va comunque osservato che nonostante ci siano delle somiglianze con la teoria dell’attaccamento, Spitz non è mai stato entusiasta della prospettiva di Bowlby. Anzi Spitz si espresse duramente riguardo al saggio “Grief and mourning in infancy and early childhood” di Bowlby scrivendo che tale teoria era “ipersemplificante” e “non dava alcun contributo a una migliore comprensione di fenomeni osservazionali” [cfr. Spitz R., “Discussion of Dr. John Bowlby’s paper”, Psychoanalytic Study of the Child, 1960, 15, pp. 85-94; Bowlby J., “Grief and mourning in infancy and early childhood”, Psychoanalytic Study of the Child, 1960, 15, pp. 3-39].
Per qualche spunto in più guarda questo video sul bambino come sintomo del legame tra i genitori.
Per approfondire, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a: