Cosa fa trauma
Il trauma evidenzia l’impatto che gli avvenimenti della vita possono svolgere nello sviluppo dell’identità e nell’origine dei fenomeni psicopatologici. Il trauma rappresenta l’alterazione e la disarmonia sempre possibile tra il soggetto e il suo mondo (affettivo, relazionale, fisico, ecc.). Quando il soggetto vive l’esperienza del trauma sente di non avere via di scampo: un evento diventa traumatico perché viene azzerata la possibilità per il soggetto di prendere una posizione rispetto all’evento stesso.
Il trauma inoltre presentifica nel mondo (interiore ed esterno) un elemento che buca il velo delle rappresentazioni. Per il soggetto il trauma è caratterizzato dall’eclissi del senso e dalla comparsa di una zona cieca dove il linguaggio rimane senza parole.
Indice
Trauma, ripetizione e fuga dissociativa
In modo sintetico possiamo dire che l'esposizione del soggetto all’incontro con il mondo può risultare traumatica almeno per tre aspetti:
- il soggetto si trova spiazzato in modo inaspettato o improvviso;
- in questa perturbazione il soggetto è in posizione di oggetto;
- il soggetto incontra nel mondo qualcosa che lo trascina al di là di un orizzonte di senso.
In alcuni quadri psicopatologici il soggetto si sente preso in un ciclo comportamentale che amplifica e complica gli effetti del trauma.
Da un lato il paziente tende inesorabilmente a ripetere l’esperienza traumatica, dall’altro risponde all’esposizione all’evento traumatico ricercando delle esperienze dissociative nel tentativo di anestetizzare la dirompenza del trauma.
L’alternanza tra esposizione all’area traumatica, ripetizione del trauma e conseguente fuga dissociativa costituisce un pattern comportamentale caratteristico delle gravi forme psicopatologiche (Cfr. Correale, Area traumatica e campo istituzionale, 2006).
Se sul versante nevrotico il conflitto rappresenta quell’elemento che turba e problematizza l’egemonia dell’Io, a livello borderline o psicotico il trauma mostra l’impossibilità del soggetto nel costituirsi come soggetto di esperienza.
Per qualche spunto in più guarda questo video su trauma e discontinuità del Reale.
Questa differenziazione clinica ha delle conseguenze sulle difficoltà terapeutiche e sulle prospettive di efficacia del trattamento del trauma.
La cura deve puntare innanzitutto a ripristinare la possibilità di rendere parlabile l’esperienza del trauma, inserendola in tal modo in una narrazione dove poter generare un’articolazione tra passato, presente e futuro.
“È a condizione di questo spostamento di focus dal passato come causa al presente come analogon della memoria che la conoscenza del presente può ridefinire il senso dell’esperienza passata” (Stanghellini, Rossi Monti, Psicologia del patologico. Una prospettiva fenomenologica-dinamica, 2009, p. 262).
Il vissuto traumatico deve poter trovare una collocazione storico-simbolica e una traduzione in parole affinché il soggetto possa emanciparsi dalla posizione di oggetto a cui il trauma lo aveva consegnato. La narrazione può iniziare a differenziare e articolare la concatenazione degli episodi che hanno costituito l’evento traumatico.
L’elaborazione di una posizione riflessiva non garantisce però che il soggetto si allontani dalla ricerca e dall’esposizione all’evento traumatico.
Per approfondire, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a: