Le due psicoanalisi secondo Ogden
Ogni psicoanalisi si fonda su un’antropologia e ogni antropologia deriva dalle idee che formuliamo sull’incidenza del linguaggio nella nostra esperienza vivente, sul nostro essere dei parlesseri.
Le riflessioni di Thomas Ogden (cfr. Prendere vita nella stanza d'analisi) sulle due declinazioni della psicoanalisi rimandano ad alcuni aspetti del rapporto tra lo sciame e la struttura.
Ogden individua una prima forma di psicoanalisi che chiama epistemologica perché è basata sull’attività del conoscere, sull’elaborazione e in generale sull’interpretazione.
Poi dà ampio spazio e sottolinea la necessità, soprattutto nella clinica contemporanea, di una psicoanalisi ontologica dove la dimensione centrale è costituita dal divenire del processo analitico, un processo che viene inteso in modo relazionale e che si basa sulla connessione emotiva tra paziente e terapeuta.
In un’ottica lacaniana possiamo riprendere la prospettiva psicoanalitica di Ogden sottolineando che la logica di intervento basata sull’interpretazione presuppone l’esistenza di un testo da interpretare, cioè di un tessuto di significanti che dà forma a un discorso.
La connessione emotiva invece diventa fondamentale quando mancano i presupposti per l’interpretazione perché in certi frangenti il funzionamento soggettivo del paziente non è orientato dalla struttura della catena significante, ma dall’andamento instabile dello sciame ronzante dei significanti.