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Psicodinamica della paranoia: Freud lettore di Schreber

Psicodinamica della paranoia: Freud lettore di Schreber

L’interesse di Freud per la storia e per le caratteristiche del delirio schreberiano è mosso dall’aspirazione di imparare a conoscere i motivi e i processi implicati nella trasformazione prodotta nei paranoici.

Il saggio di Freud su Schreber si articola in tre sezioni e un poscritto [cfr. Freud S. (1910), Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente (Caso clinico del presidente Schreber), in Opere, vol. 6, Bollati Boringhieri, Torino 1974, pp. 333-406].

La prima parte propone una sorta di riassunto della storia di malattia, concentrandosi in particolar modo su quei punti che vengono ripresi nei “tentativi d’interpretazione”. Dopo gli approfondimenti sui “complessi e le forze motrici” intorno a cui ruota la malattia seguono nella terza parte le considerazioni sul “segno distintivo della paranoia”. Nel breve supplemento vengono infine esposte alcune riflessioni sull’interesse mitologico delle credenze deliranti: questi accenni verranno in seguito sviluppati in Totem e tabù del 1912-1913.

Indice

La trasformazione in donna  

Del resoconto di Schreber e della perizia psichiatrica Freud isola due punti essenziali:

  • la missione di redentore assunta dal paziente e la sua trasformazione in donna” (Freud 1910, p. 347)
  • e “l’atteggiamento del nostro malato nei confronti di Dio” (Ivi, p. 350).

Dallo studio delle Memorie Freud è portato a supporre che “l’idea di essere trasformato in donna (cioè di essere evirato) era stato il delirio primario di Schreber che l’aveva inizialmente giudicato un atto persecutorio che gli avrebbe recato grave danno; solo in un secondo tempo era entrato in rapporto con la missione di redenzione. […] In altri termini, un delirio di persecuzione sessuale si è successivamente trasformato nel paziente in megalomania religiosa. La parte di persecutore fu dapprima assegnata al medico curante, professor Flechsig; in seguito Dio stesso prese il suo posto” (Ivi, p. 348).

Sulla natura primaria della fantasia di trasformazione in donna Freud aggiunge che essa “era già divenuta cosciente nel periodo d’incubazione della malattia, ancora prima che a Dresda si facessero sentire gli effetti dell’eccesso di lavoro” [Ivi, pp. 349-350. Cfr. con il quarto capitolo delle Memorie (in particolare pp. 54-57) dove Schreber scrive a proposito delle “esperienze personali durante la prima e all’inizio della seconda malattia nervosa”].

Il rapporto con Dio

Per quanto riguarda invece i suoi rapporti con Dio Schreber fornisce una serie di indicazioni a partire da cui Freud cerca di rintracciare il metodo di costruzione del delirio.

L’intero testo schreberiano è percorso da continue recriminazioni verso un Dio che non è in grado di comprendere gli uomini viventi. L’equivovo fondamentale (o carenza) che attraversa come un filo rosso tutta la vita di Schreber concerne l’ignoranza di Dio rispetto ad un “Ordine del Mondo” mediante cui rapportarsi all’uomo vivente.

Questo Dio così strano ha dei comportamenti assurdi e persecutori nei confronti di Schreber, a cui inoltre impone delle penosissime coazioni a pensare, delle voci e persino dei miracoli.

Nel suo insieme il percorso patologico, ossia il delirio di persecuzione, può essere concepito “come una lotta dell’uomo Schreber contro Dio, dalla quale il debole uomo risulta vittorioso, poiché ha dalla sua parte l’Ordine del Mondo” (Ivi, pp. 356-357).

L’atteggiamento che il paziente mostra verso Dio è un misto di venerazione e ribellione in cui si alternano i continui sforzi per procurare a Dio un Ordine del Mondo, giacché questi “pretende un godimento continuo, corrispondente alle condizioni di esistenza delle anime conformi all’Ordine del Mondo” [Schreber D.P. (1903), Memorie di un malato di nervi, Adelphi, Milano 1974, p. 296).

Una pagina più avanti Schreber scrive:

Tutta l’abilità del mio modo di vivere, data la pazza situazione in cui mi sono venuto a trovare – non intendo qui riferirmi alle condizioni dell’ambiente che mi circonda, bensì all’assurdità e alla violazione dell’Ordine del Mondo costituita dai rapporti sorti tra me e Dio – consiste perciò nel trovare un’opportuna via di mezzo, che rappresenti per ambedue le parti, Dio e l’uomo, un compromesso tollerabile.

Freud riepiloga la storia di malattia e la costruzione delirante di Schreber collegando “la trasformazione in donna e il privilegiato rapporto con Dio” mediante l’atteggiamento femminile verso Dio stesso. Dopo esser stata sottolineata “la relazione genetica essenziale” tra questi due elementi si apre la seconda parte del saggio freudiano, quella sul “complesso paterno” in Schreber: in questa parte possiamo ritrovare le basi teorico-cliniche delle successive formulazioni di Lacan sul complesso di Edipo e forclusione del Nome del Padre.

 

Per qualche spunto in più sulla psicosi si veda questo video su complesso di Edipo e forclusione del Nome del Padre.

 

Complesso di Edipo, forclusione del Nome del Padre e Complesso paterno in Schreber paranoia

 

Psicoterapeuta Torino
Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.
I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.

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