Borderline: significato
Il borderline riveste un significato particolare perché pone in evidenza un funzionamento psicopatologico che non può essere compreso né con la logica della rimozione, né in base a quella della forclusione o delle negazione.
La categoria descrittiva del disturbo borderline di personalità assume significato clinico se lo si ricollega a tre marker psicopatologici: il trauma, la disregolazione affettiva e la dissociazione.
La sindrome borderline mostra pienamente il suo significato se la si considera come una clinica del trauma e della dissociazione.
Per tal ragione, nel lavoro clinico dei maggiori esperti della terapia del borderline, viene sottolineata l'importanza di dare voce alle parti dissociate del Sé del paziente.
Nella sindrome borderline le parti dissociate del Sé sono dei vissuti che minacciano la stabilità e la continuità del Sé senza dare al soggetto la possibilità di entrare in dialettica con ciò che sovverte la base sicura del suo esserci.
Per comprendere il significato del distrurbo borderline di personalità è importante distinguere il meccanismo della dissociazione da quello della rimozione.
Anche il ritorno del rimosso si presenta come una minaccia per la stabilità e la continuità del Sé, però quando è in gioco il meccanismo della rimozione e del ritorno del rimosso, l’inconscio si presenta nella vita psichica dell’Io cosciente come un messaggero di una verità intima e perturbante allo stesso tempo, una verità che interroga il soggetto rispetto alla discrepanza tra quello crede di essere e quello che in realtà sente di essere.
Il ritorno del rimosso è allora il messaggio che apre la questione della divisione soggettiva tra le identificazioni del soggetto e la spinta desiderante che non gli permette di adagiarsi nei sembianti identificatori che hanno dato forma all’immagine del Sé.
Il richiamo del ritorno del rimosso si riferisce alla verità del desiderio, il richiamo delle parti dissociate del Sé invece è la riproposizione di una condizione traumatica per il soggetto, una condizione dove viene abolita ogni possibilità di entrare in rapporto con la verità.
Il trauma di cui parla la dissociazione non è il trauma della verità del desiderio, ma il trauma di una relazione intersoggettiva tra il Sé e l’Altro che non ha lasciato spazio per la nascita del soggetto.
Nella sindrome borderline la dissociazione fa emergere lo spettro traumatico di una relazione con l’Altro caratterizzata dall’invalidazione o, nella sua forma più estrema, dall’annichilimento del soggetto.
Nell'ambito di una relazione con l’Altro connotata dall’invalidazione o dall’annichilimento, lo sviluppo del soggetto è gravemente condizionato rispetto alla possibilità di maturare la capacità di regolazione degli affetti relazionali e allo stesso tempo di sentirsi al sicuro.
Nella sindrome borderline il significato principale non va rintracciato nel dilemma sulla verità del proprio desiderio, ma nel dramma di non sentirsi mai al sicuro.
Negli sviluppi traumatici l’Altro può essere la principale fonte di minaccia per l’equilibrio emotivo del soggetto, oppure l’Altro può lasciare da solo il soggetto, facendolo piombare in una condizione di inermità. In questa condizione di inermità, che Freud indicava come Hilflosigkeit, il soggetto non può appellarsi al sostegno dell’Altro. Nel disturbo borderline di personalità il significato preminente si trova in un grido disperato che non ha mai potuto trasformarsi in una domanda verso l’Altro.
A differenza della clinica della nevrosi e della rimozione, in questo caso, nella sindrome borderline, non è in gioco il tipo di risposta che viene data dall’Altro, la questione psicopatologica che alimenta il funzionamento del soggetto riguarda la possibilità stessa di trasformare il grido in domanda.