Creazione artistica e psicoanalisi
L’opera d’arte mette in risalto la sublimazione come atto singolare capace di trasformare il Reale. L’atto creativo tocca il Reale in quanto si configura come ciò che non può tornare allo stato potenziale.
La sublimazione non è un esercizio concettuale dove l’Io può compiere degli andirivieni infiniti nel campo del pensiero, la sublimazione implica una scansione irreversibile.
Indice
Sublimazione e taglio
La sublimazione esprime la capacità di dare forma al Reale della pulsione, una forma che si configura non come un contenimento difensivo dalla pulsione ma come la realizzazione dell’eccedenza che abita l’essere umano.
Gli artisti vogliono mettere in luce qualcosa di fondamentale per l’essere umano: il taglio e lo stile dell’artista vuole incidere sulla materia un qualcosa di non raffigurabile, un qualcosa che sfugge radicalmente. Con l’atto creativo gli artisti cercano di cogliere ciò che “non cessa di non scriversi” [cfr. J. Lacan (1972-1973), Il seminario, Libro XX, Ancora], ciò che in una cura ritroviamo come irriducibile alla trama dei significanti.
Il gesto dell’artista consiste nell’invenzione di una forma in grado di creare un passaggio tra ciò che appartiene alla dimensione del significante e ciò che rimane come un residuo inassimilabile al senso. Gli artisti vogliono cogliere quel momento in cui il Simbolico incidendo il corpo diventa Reale.
Gli artisti aspirano a inventare ciò che c’è di autenticamente incarnato nell’esperienza umana.
La creazione artistica si configura come un paradigma per la psicoanalisi perché mette in luce quel momento in cui nella trama dei significanti si insinua la perturbazione del Reale, anzi l’arte vuole far emergere il Reale proprio grazie a un lavoro di costruzione significante, grazie al miracolo della forma. L’artista è artista in quanto coglie quell’eternità di passaggio che ci abita.
L’arte mostra il momento in cui i due vettori del tempo dell’inconscio si incontrano: il tempo dell’autómaton dei significanti e il tempo della tuché del Reale, il tempo della necessità scritta nella trama di una vita e il tempo della contingenza in cui si può scrivere una nuova posizione soggettiva rispetto alla necessità precedente.
Il gesto dell’artista vuole cogliere il momento di passaggio tra il prima e il dopo, l’intervallo in cui possiamo cambiare.
Come sottolinea lo psicoanalista Vincenzo Marzulli: “nell’atto creativo l’uomo realizza il suo essere di frontiera, né di qua né di là, ma nel fra-mezzo, luogo intermedio dove si incontra per un attimo infinito il proprio tempo e la propria voce” (V. Marzulli, L’eterna disarmonia. Suicidio e creazione dalla poesia a Lacan, pref. di A. Villa, Mimesis, Milano-Udine 2017, p. 165).
*** ***
Per qualche spunto in più guarda questo video su i tre tempi della scrittura del caso clinico in psicoanalisi.
Per approfondire, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a: