Destare il sognatore nella clinica borderline
Se nel discorso dell'analista l'agente è il plusgodere, cioè l'oggetto piccolo a in quanto residuo della simbolizzazione, nella cura del borderline bisogna innanzitutto fare posto al sognatore.
Questa prospettiva può essere chiarita attraverso il libro Destare il sognatore di Philip Bromberg, un libro che sollecita diverse riflessioni per tutti i clinici che si occupano della cura del trauma e della dissociazione.
Il cuore concettuale del suo pensiero clinico viene riassunto da questa semplice frase: “quando un paziente porta un sogno in seduta, il compito dell’analista è quello di permettergli di portare in seduta il sognatore” (p. 41).
Nella clinica borderline è fondamentale riabilitare e destare il sognatore perché nel sogno si realizza la divisione soggettiva tra l’esperienza del sognatore e la funzione del sogno.
Attraverso il sogno si fa l’esperienza di essere un sognatore che è sognato dal suo sogno. Ciò vuol dire che nel sogno ci si affida alla dimensione dell’ordine Simbolico.
Nella clinica borderline non c’è questo collegamento tra il sentirsi soggetto dell’esperienza e il poter mentalizzare il proprio vissuto. Nel sogno invece ritroviamo la possibilità di fare esperienza e simultaneamente la possibilità di rappresentarla e trasformarla in una trama.
La partizione essenziale per l’instaurazione dell’alleanza terapeutica è quella tra il vissuto del soggetto che è immerso e angosciato nei propri vissuti e nelle proprie dinamiche emotive e quella di un soggetto che osserva e prova a estrarre delle coordinate significanti all’interno di quel flusso emotivo.
Il lavoro analizzante si regge su questa possibilità: da un lato essere totalmente assorbiti dal proprio vissuto e dall’altro la capacità di estrarre alcuni “significanti chiave” che sono le tracce degli eventi che hanno dato fisionomia al proprio destino. Ecco allora il valore del sogno come dimensione vissuta che può riabilitare la funzione dell’inconscio, un inconscio che si configura come la sorgente di una trama e allo stesso tempo come la pulsazione del nostro rapporto con il Reale.