«Wo Es war, soll Ich werden»
Il dramma della nevrosi consiste nella discordanza che si viene a creare tra ciò che il soggetto vive sul piano del Reale e ciò che lo rappresenta nella funzione simbolica.
La questione della nevrosi si nutre della dimensione tragica della parola: è la cesoia della struttura del linguaggio che comporta l’impossibilità del simbolico a colmare il Reale.
Possiamo dire che il soggetto è determinato e, al contempo, escluso dall’ordine significante: esso nasce infatti come segno della discontinuità rispetto alle predeterminazioni dell’Altro.
Indice
Ciò che manca nell'Altro
Se all’inizio del suo insegnamento Lacan credeva di riuscire a significantizzare tutti gli aspetti dell’esperienza, nelle diverse scansioni del suo percorso teorico-clinico rimarcherà l’erosione delle determinazioni dell’Altro: ciò che emerge sempre più è la mancanza dell’Altro.
Nell’Altro «non cessa di non scriversi» il significante in grado di nominare l’essere del soggetto.
Il soggetto non è rappresentato del tutto dal significante. Questa condizione viene indicata da Lacan anche come «forclusione del soggetto» [Cfr. J. Lacan (1958-59), Il seminario, Libro VI, Il desiderio e la sua interpretazione, p. 505].
Per qualche spunto in più leggi questo articolo su Complesso di Edipo e forclusione del Nome del Padre.
È a causa della forclusione del soggetto che il già detto in altre cure, con altri pazienti, ma anche ciò che viene prescritto dai protocolli standard, si rivela insufficiente rispetto a questa zona che rimane insatura rispetto alle predeterminazioni dell’Altro.
Le soluzioni inventate per vivere il Reale sono singolari, valgono solo caso per caso.
Se un paziente assumesse come proprie le indicazioni dell’analista non farebbe altro che inoltrarsi per via mimetica in un percorso che non sarà il suo, se non per via immaginaria e illusoria.
La psicoanalisi è una pratica simbolica che non si adatta ai clichés – al Si impersonale dei «si dice» per dirla con Heidegger – ma esige che ogni soggetto si assuma il peso e la responsabilità di fare i conti con il Reale, che con Lacan definiamo come «ciò che non va».
Per qualche spunto in più guarda questo video sul transfert come soggetto supposto sapere e pulsazione dell'inconscio.
Verso il Reale
Le interpretazioni dell’analista sono degli interventi che mirano a condurre la cura del soggetto di fronte al Reale. La posizione dell’analista si fa quindi garante di una dimensione irriducibile al senso.
Nel buco simbolico che abita il sistema dei sembianti risiede la causa del Reale che incalza nella vita del soggetto e che attende che il soggetto lì si realizzi. È questa l’accezione in cui Lacan riprende il richiamo freudiano Wo Es war, soll Ich werden: «Là dove era, là oú c’était, l’Ich – il soggetto non la psicologia – il soggetto deve avvenire» [J. Lacan (1964), Il seminario, Libro XI, I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, p. 45].
Per qualche spunto in più guarda video su Nevrosi e desiderio dell'analista.
Per approfondire, tra i libri di Nicolò Terminio, si rimanda a: