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Diventare eredi non richiede soltanto un superamento della dipendenza dal maestro, ma richiede anche un atto verso il Reale di cui il maestro dà testimonianza.

Oltrepassare e raggiungere il maestro

Una volta in un’intervista mi è capitato di dire che l’analista non va posto sullo stesso asse relazionale che lega un soggetto al padre. Certamente in una fase iniziale della cura l’analista assume le sembianze di una figura paterna, ma più si va avanti nella cura e più l’analista presentifica quella dimensione non metabolizzabile da nessuna metafora paterna.

Direi quindi che l’analista non è come un padre o come un maestro, svolge però una funzione essenziale per riconfigurare il proprio rapporto con il padre e i maestri. Grazie a un’esperienza di analisi si comprende sulla propria pelle che il padre o il maestro vanno oltrepassati e, al contempo, raggiunti.

 

Indice

Generazioni

Forse il verbo oltrepassare può far pensare che tra soggetto e padre ci sia una rivalità inevitabile, come se si facesse una gara e il soggetto deve superare chi lo ha preceduto. Per certi versi questo è inevitabile nello scambio intergenerazionale.

C’è una poesia di Khalil Gibran che ricorda ai genitori che i figli abiteranno la casa del domani che loro non potranno visitare neanche in sogno.

C’è un oltrepassamento strutturale da cui genitori e figli, maestri e allievi possono difendersi inscenando una battaglia imperniata sul rispecchiamento e sul riconoscimento. È questo il cuore della nevrosi. E se c’è un oltrepassamento da compiere riguarda l’emancipazione del soggetto dalla dipendenza del riconoscimento dell’Altro.

Oltrepassare il padre o il maestro equivale a rinunciare alla loro approvazione per le proprie scelte, c’è un momento in cui scegliamo in cui siamo “soli e senza scuse”, direbbe Sartre citato da Recalcati.

Per qualche spunto in più guarda questo video su due libri di Recalcati al futuro anteriore.

 

 Atto reale

In questa linea di pensiero Recalcati ha sottolineato che il Nome del Padre non ha l’ultima parola sul Nome proprio del soggetto. Se si è presi dalla necessità nevrotica di oltrepassare il maestro, ci si preclude la possibilità di citarlo e di provare allo stesso tempo la sensazione di dire qualcosa in prima persona.

Il conflitto nevrotico tra le generazioni distoglie l’attenzione dal cuore Reale della testimonianza che un padre o un maestro possono dare al soggetto.

Nella teoria recalcatiana della testimonianza troviamo degli spunti utili per capire che diventare eredi non richiede soltanto un superamento della dipendenza dal maestro, ma richiede anche un atto verso il Reale di cui il maestro dà testimonianza.

Un maestro va raggiunto nel punto di Reale di cui ci dà testimonianza. Diventare eredi implica da un lato l’emancipazione dal riconoscimento a tutti i costi nelle proprie scelte e dall’altro il coraggio di incontrare quel Reale assoluto di cui un vero maestro dà testimonianza.

Per qualche spunto in più guarda questo video sulla testimonianza dell'evento:

 

testimoni evento

 

Ereditare il vuoto centrale

Quando dicevo che un maestro va raggiunto intendevo che va raggiunto nel punto di Reale di cui ci dà testimonianza. Credo che il riconoscimento del debito simbolico, per come l’ho inteso io, non è il riconoscimento di tutte le cose che il maestro ci ha dato.

Chiunque di noi giochi nel campo aperto da Recalcati ha ricevuto tanto, tutti abbiamo avuto delle chance che in altri ambienti non avremmo mai avuto. Dobbiamo tanto a Recalcati. Questo è oggettivo.

Ma riconoscere il debito simbolico vuol dire soprattutto riconoscere il vuoto centrale che la sua parola ha scavato in noi, quindi essere grati a Recalcati è riconoscere innanzitutto l’atto simbolico con cui ha fatto sentire a noi la marchiatura del Reale.

Ci ha fatto entrare in contatto con un Altro, non solo come Altro che riconosce, convalida e sostiene il nostro desiderio ma soprattutto come Altro che diventa una traccia Reale.

Se quindi diciamo che ereditare vuol dire non ereditare niente se non l’atto stesso di ereditare, vuol dire che grazie a Recalcati si tratta di diventare coeredi del Reale che ciascuno di noi ha scoperto e vive in maniera singolare e incomparabile.

Per qualche spunto in più guarda questo video sul libro Cosa resta del padre? di Massimo Recalcati:

 

figliol prodigo

 

Nicolò Terminio ha approfondito il cammino psicoanalitico di Massimo Recalcati in due libri:

 

Massimo Recalcati 

 

Psicoterapeuta Torino
Nicolò Terminio, psicoterapeuta e dottore di ricerca, lavora come psicoanalista a Torino.
La pratica psicoanalitica di Nicolò è caratterizzata dal confronto costante con la ricerca scientifica più aggiornata.
Allo stesso tempo dedica una particolare attenzione alla dimensione creativa del soggetto.
I suoi ambiti clinici e di ricerca riguardano la cura dei nuovi sintomi (ansia, attacchi di panico e depressione; anoressia, bulimia e obesità; gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze) e in particolare la clinica borderline.

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