Generazione borderline e mondo tossicomane
Il termine borderline sembra rivelare in modo autoevidente il suo significato psicopatologico e viene spesso utilizzato, anche al di fuori dei contesti clinici, per indicare delle persone o delle situazioni che stanno al confine e che alla fine non stanno né di qua né di là.
In questo modo però, sebbene si colga qualcosa di vero, si rischia di trasformare il borderline in una categoria cestino, un cestino dove scartare tutte quelle situazioni che non si capiscono bene.
Nei servizi di cura capita spesso che con il termine borderline vengano indicati tutti quei pazienti che risultano difficilmente classificabili ma che comunque rimangono particolarmente fastidiosi. Quindi se un collega ci presenta il caso clinico di un paziente che definisce borderline siamo portati a prepararci all’incontro con un paziente un po’ fuori dalle righe, fuori ma non troppo fino al punto da delirare stabilmente, ad ogni modo ci aspetteremo che sarà un pianta grane che ci farà trottare dietro le sue continue oscillazioni.
Indice
Borderline e tossicomania
Ho inoltre collegato la questione del borderline al “mondo tossicomane” riferendomi soprattutto ai lavori di Gilberto Di Petta in ambito fenomenologico, ho voluto sottolineare che la clinica degli stati tossicomanici non può essere ridotta all’esperienza dello sballo, perché è importante introdurre una visione psicopatologica che provi a cogliere la verità del soggetto.
Per qualche spunto in più guarda questo intervento su Fenomenologia dell'uso di sostanze e dei disturbi comportamentali tipici degli adolescenti e giovani adulti.
la tendenza a idealizzare alcune persone in modi irrealistici o la tendenza opposta nel vederle “totalmente cattive”;
il bisogno degli altri e, allo stesso tempo, il rifiuto di coloro a cui era stato rivolto quel bisogno di intimità relazionale;
l’instabilità emotiva e la caoticità delle relazioni;
la difficoltà a capire le effettive intenzioni degli altri e la straordinaria sensitività nel cogliere eventuali segnali di distacco emotivo da parte degli altri;
un’oscillazione emotiva rapida e imprevedibile che può sfociare in sentimenti estremi di angoscia, tristezza, rabbia;
la tendenza a suscitare negli altri sentimenti simili a quelli che provano, fino a provocare negli altri reazioni estreme che li mettono in discussione non solo come operatori ma anche come persone.
La compromissione soggettiva e relazionale del borderline rende ancor più problematica la questione del trattamento della tossicomania e di tutte le altre forme di dipendenza.
Quando il sintomo tossicomanico fa parte di una logica di funzionamento borderline amplifica ancor di più:
la tendenza ad agire in modo impulsivo, senza considerare le conseguenze delle proprie azioni;
la tendenza a comportarsi senza tener conto dei danni che vengono inflitti al proprio corpo;
la tendenza ad annullarsi nell’overdose per tentare veramente il suicidio o per esprimere un grido d’aiuto o per manipolare gli altri.
La caoticità del mondo relazionale del borderline si sovrappone inoltre all’instabilità e alla precarietà esistentiva di chi entra nella droga e ci rimane fino a distruggere ogni rete affettiva, sociale e lavorativa.
Per qualche spunto in più guarda questo video sull'ascoltare il trauma e farsi intercessori dell'evento.